Nella fase storica che stiamo vivendo, attraversata da conflitti e instabilità, è lecito interrogarsi sui limiti dell’attuale sistema capitalistico incentrato sulla logica del mercato, ma non solo. Per quali ragioni si è indebolita la coesione sociale, sono aumentate le disuguaglianze rendendo precario il nostro stesso futuro? Ha forse a che fare con la crisi della globalizzazione? Attraverso una visione che unisce economia, storia e filosofia politica, Emanuele Felice nel suo ultimo saggio pubblicato da Feltrinelli dal titolo “Manifesto per un’altra economia e un’altra politica”, propone alcune concrete soluzioni per un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo, fondato su equità, solidarietà e rispetto per l’ambiente. Un manifesto ambizioso che invita cittadini, economisti e politici a ricollocare al centro il bene comune, ridisegnando l’economia e la politica per affrontare le grandi sfide del presente e costruire un futuro realmente equo. Emanuele Felice insegna Storia economica all’Università IULM di Milano ed è stato responsabile per l’economia del Partito democratico.
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La nascita della legge Antitrust italiana
Ricorrono quest’anno i novanta anni dalla nascita di Franco Romani, economista di scuola liberale scomparso il 7 giugno del 2002. Un’occasione per rievocarne la figura che si intreccia con la nascita in Italia dell’Autorità che vigila sulla concorrenza, l’Antitrust. Romani venne infatti chiamato dal 1986 al 1988 a presiedere la Commissione per lo studio dei problemi della concorrenza, insediata dai ministri dell’Industria Valerio Zanone e Adolfo Battaglia da cui scaturirà la legge 287 del 1990, la legge antitrust italiana. E proprio della neonata autorità presieduta da Francesco Saja, Romani venne designato come componente, carica che ricoprì dal 1990 al 1997. Abbiamo chiesto di rievocare la figura e il contributo scientifico e intellettuale di Franco Romani a Guido Stazi, attuale segretario generale dell’Antitrust che è stato suo allievo e collaboratore, prendendo spunto da un suo saggio dal titolo “Il genio gentile di Franco Romani”, apparso nell’ultimo numero della rivista Libro aperto, rivista fondata da Giovanni Malagodi.
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La storia della moneta
Nell’autunno del 1985 due eminenti economisti americani Thomas Sargent e Robert Townsend, impegnati in quegli anni in programmi di ricerca sul ruolo e il valore di una moneta non ancorata a un bene fisico quale in passato, l’oro o l’argento, decidono di intervistare all’Università di Berkeley in California Carlo Cipolla, storico dell’economia di fama mondiale, scomparso il 5 settembre del 2000, per “avere lumi” come i due economisti dissero chiaramente sulla storia della moneta, in particolare sulle banche e le zecche fiorentine nei secoli dal XIII al XV. Due pomeriggi intensi di domande e risposte di notevole interesse che vi proponiamo grazie a un libro pubblicato dal Mulino che raccoglie proprio quella preziosa intervista al prof. Cipolla, dal titolo “Viaggi e avventure nella moneta”, con introduzione di Ignazio Visco. Ne parliamo con lo storico Luigi Cajani.
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La pace è eterna finché dura
Dopo la fine della Guerra fredda le società occidentali hanno vissuto nell’illusione di essere al riparo. Poi, negli ultimi quindici anni, il senso di sicurezza si è dissolto e ha lasciato spazio a un’impressione opposta, quella di trovarsi nel mezzo di una crisi complessa di cui i populismi e le guerre culturali sono gli aspetti più vistosi. Una crisi che si intreccia inevitabilmente ad eventi decisivi dei nostri tempi, tra cui le guerre in corso in Ucraina, tra Hamas e Israele e il recente inasprirsi del conflitto tra Israele e Iran, la probabile fine degli equilibri geopolitici su cui si è retto l’ordine mondiale dal secondo dopoguerra in poi, e su alcune figure chiave a cominciare da Donald Trump. Ne parliamo questa sera, cari ascoltatori grazie a un interessante libro pubblicato da Laterza dal titolo “Senza riparo, sei tentativi di leggere il presente”, un libro che invita a riflettere su alcune premesse di fondo della politica contemporanea, e in particolare sull’idea che le società occidentali non sappiano più immaginare un’alternativa che non sia la degenerazione autoritaria della democrazia liberale o il disordine. L’autore è Guido Mazzoni, scrittore e saggista, che è in studio con noi questa sera.
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Business e geopolitica
Che legame esiste tra business e geopolitica? L'interrogativo è di un certo interesse nell'epoca dei grandi rivolgimenti che stiamo vivendo, a partire dagli esiti incerti dei due conflitti in corso, quello in Ucraina e tra Hamas e Israele, e dall'aggressiva politica commerciale messa in atto da Donald Trump. Ma cosa si intende esattamente per geopolitica? E per quali motivi il mondo del business la sta riscoprendo, rivisitata, dopo una lunga fase di oblio? Quali possibili scenari vanno prefigurandosi per il prossimo futuro per il sistema delle imprese? A queste domande offre una serie di analisi e risposte un libro pubblicato da Egea, dal titolo “Geopolitica per le imprese, ripensare il business nei mercati post-globali”, scritto da Marco Valigi con prefazione di Carlo Robiglio. Marco Valigi è politologo specializzato in relazioni internazionali, ma con un debole per la gestione d'impresa visto che nella sua formazione contempla anche un Master in Business Administration.
Sobre A conti fatti. La storia e la memoria dell'economia
"A Conti fatti, la storia e la memoria dell'economia" è il programma di Radio 24 dedicato alla storia dell'economia che punta ad approfondire argomenti, temi, spunti e riflessioni offerti dall'attualità, da libri ed eventi connessi con l'economia per andare insieme indietro nel tempo, così da ricavare spunti utili a farci meglio comprendere i fenomeni complessi con i quali ci confrontiamo quotidianamente. La storia economica è da questo punto di vista uno strumento prezioso perché ci offre importanti chiavi interpretative di lettura e rilettura del passato anche recente. Ne abbiamo più mai bisogno in questa fase di profondi e repentini cambiamenti.
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